Un luogo magico, un rifugio di gioielli per scrivere
Il negozio di Maria Lazzaroni e Maurizio Abrami è un luogo magico, un rifugio. È un’isola: una zattera per moderni naufraghi.
Ma, anche se non sembra, una zattera si muove. Direi che a Brescia, in corso Palestro, questa zattera non c’è mai: anzi in realtà credo che non ci sia proprio mai stata. E mentre il fiume della vita con le sue rapide rumoreggia intorno, lì regna il silenzio. Si parla di strumenti da scrittura, di gioiellini portatili, di minuscoli, caldi prolungamenti dell’anima.
Qui ci sono proprio tutti, riposano allineati in luminose vetrine. Dai più economici a quelli preziosi come gioielli, ma chi scrive per davvero guarda al di là di certi dettagli. Cerca l’amore che racchiudono, vi scorge la persona che li ha pensati, che li ha costruiti. Ne avverte i respiri, il sogno, il soffio di vita che li ha generati. Carezza così gli oggetti, li prova, li riscalda, li ammira. Sa bene che è un regalo molto personale, una stilografica: sa bene che è un legame nel tempo, fra anime che non potranno perdersi.
Una stilografica col suo inchiostro che fluisce come energia vitale, parla di noi per sempre, sussurra di noi mentre parla agli altri, distribuendo in un gioco di echi, di suoni e di attese, di raffinati caricamenti di inchiostro, la nostra sensibilità.
Maurizio Abrami ripara ogni cosa e da collezionista di oggetti d’epoca, invita a provare nuove sensazioni, a valutare nuovi suoni, un diverso sfiorare la carta. Come in tutti i campi dell’arte, perché l’artigianato della scrittura vola a livelli d’arte, sottolinea il valore, fornisce quotazioni.
Il difficile semmai è per noi, al di qua dei vetri, nella strada. Come quando si vuol entrare in un antico santuario, in un luogo dello spirito, bisogna compiere il primo passo, spingere il portone innanzi a noi. Poi si apre tutto un mondo nuovo e le emozioni come un’inebriante essenza ci invadono l’anima.
Sappiamo bene che dimenticheremo quella stretta al cuore, quell’intrufolarci in un luogo che crediamo non possa appartenere assolutamente alla nostra vita.
Scopriremo invece di essere ritornati a casa: scopriremo che ogni attimo di felicità è nel condividere, in una forma di innocenza dell’anima.
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